Infanzia, carriera e avventure di Giorgio Paternò, Veneziano di Sicilia

L’uomo che si legò alla colonna

Darix il gladiatore - 2



“Allora, cominciamo!” dissi rivolgendomi agli amici, ma in realtà riferendomi alle ragazze e, d’un tratto, sollevai il fucile puntandolo contro la catena di palloncini colorati che inesorabile camminava in circolo.

Bang! Bang! Bang! Bang! Quattro colpi e quattro palloncini colpiti. 

Sorriso rivolto alle ragazze incuriosite.

Bang! Bang! Bang! Bang! Altri quattro colpi e altri quattro palloncini colpiti. 

Gridolino di ammirazione da parte delle giovani.

Bang! Bang! Bang! Bang! Ancora quattro colpi e ancora quattro centri. 

Battimani dal gruppo femminile.

Allora posai il fucile con l’aria di chi la sa lunga e, sotto lo sguardo ammirato e interessato del giostraio, cedetti il posto a Santino che scalpitava per fare anch’egli bella figura: “Ora prova tu”, gli dissi mentre in sottofondo da un altoparlante usciva una tipica, gracchiante, canzoncina da giostra.

“Ed ora vediamo alla prova il baldo giovane: chissà se sarà bravo come il suo eccellente compagno!” proclamò con ostentata allegria il giostraio, sapendo benissimo che in tal modo avrebbe innestato una competizione tra noi che, come fine ultimo, avrebbe portato un buon incasso al suo baracchino.

Anche Santino era stato iniziato alla caccia da uno zio, e quindi sapeva bene maneggiare l’arma. Procedette quindi anch’egli con una breve pantomima ad uso e consumo delle ragazze e poi cominciò a sparare: quattro colpi e quattro centri. Sorriso compiaciuto. Altri quattro colpi e altri quattro centri. 

Altro sorriso compiaciuto, accompagnato dal sorriso assai più compiaciuto del giostraio che ormai stava assaporando il funzionamento del suo piano.

Altri quattro colpi e altri quattro centri con nuovo battimani delle ragazze.

“Posso provare anch’io?” chiese Uccio, il mio fratello minore che faceva anch’egli parte della combriccola.

“Facciamo provare anche il giovanotto! Sono sicuro che non sfigurerà!” incalzò il giostraio che, con un sorriso da un orecchio all’altro, ormai stava ‘guidando le danze’ in suo favore. “Dai, Uccio, prova. Fa’ vedere quanto vali!” lo incoraggiai, mentre un morbido profumo di pop-corn misto a zucchero filato e caramello mi solleticava le narici. Ma non era quello il momento di mangiare: c’era in atto qualcosa di ben più importante.

Bang! Bang! Bang! Bang! Anche Uccio, pur mancando un paio di bersagli, fece la sua buona figura.

Continuammo così per un po’ a sfidarci amichevolmente, sotto lo sguardo attento e ormai estasiato delle ragazze.

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