Passeggiando per… Piazza San Marco

I misteri di Piazza San marco in un libro aperto

Mensile “DUEMILA” - Maggio 2010

Con la nuovissima guida della Storti Edizioni il salotto più bello del mondo svela i segreti delle sue simbologie, perché nel cuore spirituale e politico della Serenissima, oggi assaltato dai turisti di tutto il mondo, nessuna pietra, nessuna statua è messa lì a caso. Tutta l'architettura ci parla, come fosse un antico testo e lo studioso Paolo Mameli ci offre alcune semplici "chiavi di lettura "...

Piazza San Marco è il più bel salotto sul mare del mondo, ma è forse anche il luogo più ricco di simbologie del pianeta, perché nessuna pietra, nessun particolare degli edifici è stato collocato lì a caso. Ed è anche questa una delle ragioni che spingono il turista, magari proveniente da terre lontanissime come il Giappone o la California, ad affrontare ore ed ore di volo, ad avventurarsi nel dedalo delle calli fino a raggiungere il cuore della Serenissima.

Il viaggiatore dell'era globale vuole cogliere lo spirito di una città unica dal linguaggio che i secoli passati ci tramandano attraverso l'architettura e la scultura, in particolare da quella del suo cuore.

Ecco perché la Storti Edizioni srl, società specializzata da mezzo secolo nelle pubblicazioni a scopo turistico, ha deciso di dar vita ad una nuova guida dal titolo "Passeggiando per... Piazza San Marco", stampata presso la tipografia Svet a Dosson di Casier. Il testo è prodotto in italiano e tradotto in 5 lingue: inglese, francese, tedesco,, spagnolo e russo.

L'autore è Paolo Mameli, vincitore nel 2005 del Premio Settembrini, ma soprattutto un veneziano doc, innamorato della sua città, studioso della storia e delle tradizioni della Serenissima, delle quali vi può parlare tranquillamente per ore senza stancarsi.

"L'idea di questo libro - spiega Mameli - è nata quasi per caso. Parlando con le signore Ann e Stephanie Storti siamo giunti alla conclusione che le attuali guide di Venezia o sono troppo dettagliate (e quindi destinate ad una nicchia) oppure troppo superficiali, magari ricche di foto senza le relative spiegazioni. Così si è pensato di realizzare qualcosa che possa conciliare la completezza dell'informazione con un approccio semplice ed intuitivo,

Spero che questo testo possa dare delle risposte, ma anche suscitare delle curiosità, da approfondire poi con la consultazione di ulteriori testi specifici".

L'autore ha voluto eliminare del tutto le didascalie. In pratica, il testo scorre come un racconto, affiancato da cerchietti numerati che trovano il loro corrispettivo nei particolari delle foto o dei disegni che vanno a descrivere. "Ho immaginato di accompagnare un amico nella Piazza San Marco per illustrargli storia e significato degli edifici, cercando di inserirli nel contesto storico che ha prodotto questi capolavori". E così c'è ad esempio si prova ad immaginare quali erano i colori degli edifici nei secoli d'oro e quale effetto poteva risultarne con la presenza di mercanti d'ogni Paese abbigliati a loro volta con le fogge più diverse e sgargianti.

Oppure c'è un'altra sezione dedicata ai pozzi veneziani, cogliendo lo spunto dalla descrizione di quello presente in Piazza dei Leoncini. "Erano un vero e proprio capolavoro di ingegneria osserva Mameli perché in città l'acqua dolce non c'è. Bisognava in parte importarla dalla terraferma con delle barche, in parte la si ricavava da questi particolari pozzi che intercettavano l'acqua piovana e la filtravano per renderla potabile, almeno per gli standard del passato tarati su stomaci più resistenti dei nostri". L'autore ricorda poi come Piazza San Marco sia stata la sintesi del potere politico e di quello religioso, "perché il Doge veniva eletto nel Palazzo Ducale e poi veniva consacrato nella Basilica".

Mentre Rialto rappresentava il cuore dell'economia, dei commerci, una realtà importantissima se pensiamo che in fondo la Serenissima era una repubblica mercantile. "Il terzo grande polo della città ricorda Mameli  era l'Arsenate, un complesso industriale di proporzioni incredibili per l'epoca, che sfornava navi in continuazione. Era la Ford di quei tempi e forse anche questo paragone non basta a descriverlo...".

La guida descrive statue e personaggi rappresentati nella piazza, spiega ad esempio perché troviamo Giove e Venere, due divinità pagane le cui origini si fanno risalire rispettivamente a Creta e a Cipro. Non è un caso che le due isole mediterranee fossero domini della Serenissima... Oppure spiega perché le due colonne rivolte al mare siano dedicate a Todaro e Marco Il primo santo, il cui nome corretto era Teodoro, è stato il più antico patrono della città e ricorda la dominazione bizantina. L'Evangelista, invece, è arrivato dopo, con il trasporto delle spoglie dall'Egitto. Ma è sempre stato legato al NordEst, avendo istruito lui i primi cristiani destinati alla diffusione del messaggio di Cristo nell'allora grande metropoli di Aquileia. "Comunque Todaro e Marco  precisa Mameli hanno sempre rappresentato il vecchio e il giovane, la tradizione e l'innovazione, la dominazione bizantina e la libertà repubblicana. Non a caso Goldoni contrappone Sior Todaro Brontolon ad una giovane Marcolina. Ma il conflitto non si risolve nella soppressione di una delle parti, bensì nella convivenza tra l'antico e il moderno. E' questo il senso delle due colonne, poste peraltro all'ingresso della città, perché oggi si arriva comunemente a Venezia via terra, da Piazzale Roma o dalla Stazione di Santa Lucia, ma un tempo l'unico accesso era via mare e quindi le colonne erano la prima cosa che si trovava di fronte il visitatore".

L'autore potrebbe proseguire per ore, ma non possiamo soddisfare tutte le vostre curiosità su Piazza San Marco in questo articolo. Per farlo bisogna acquistare la guida, che da maggio viene diffusa a tappeto in edicole e librerie. Alla presentazione dell'opera alla stampa, avvenuta nella suggestiva cornice del Caffé Florian, c'erano le editrici Ann e Stephanie Storti, protagoniste di una consolidata attività nel campo delle pubblicazioni a scopo turistico, riguardanti anche altre grandi città come Roma e Londra. Una tradizione iniziata a metà del Novecento da Amedeo Storti, che a Venezia faceva la guida ed un giorno ha deciso di dare alle stampe il patrimonio di conoscenze che divulgava oralmente ai forestieri. Una scelta che si rivelò subito un grande successo.


Piero Zanotto


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